Qualche settimana fa APOI, l’Associazione Professional Organizers Italia di cui faccio parte, ha presentato ufficialmente il suo Manifesto, un elenco di 10 punti in cui abbiamo voluto spiegare ciò che l’organizzazione rappresenta per noi.
Ad oggi la nostra associazione vanta più di 100 membri entusiasti e in formazione continua. Crediamo fortemente in questa professione che si sta facendo conoscere sempre di più anche in Italia e crediamo nell’organizzazione personale come strumento per migliorare la vita delle persone; noi stessi ne facciamo esperienza ogni giorno.
Ogni P.O. ha il suo modo di lavorare, il suo ambito di specializzazione, il suo stile, la sua personalità, ma tutti conosciamo bene il vantaggio dell’essere organizzati: la libertà da una gabbia fatta di confusione, di accumulo di oggetti, di impegni e di tutto quel “di più” che ci dà l’illusione di avere una vita piena, ma che invece spesso ostacola la serenità delle nostre giornate.
Ecco, organizzarsi per me significa accorgersi che la chiave che apre quella gabbia è nelle tue mani e che semplificarsi la vita è possibile.
Tutto parte da una tua decisone.
Decidere, etimologicamente parlando, significa tagliare via. Quando decidi, ciò che era prima non esiste più e il cambiamento può avere inizio. Prendere consapevolezza di voler viaggiare più leggeri attraverso la nostra quotidianità significa prendersi cura di sé e di ciò che più conta per noi.
È passato qualche anno da quando quella decisione è toccata a me.
Spesso si pensa che chi sceglie di diventare Professional Organizer sia sempre stato ordinato e con le idee chiare, o magari una specie di Signorina Rottenmeier pignola e maniaca del controllo. Invece c’è anche chi, come me, pur avendo un innato senso estetico ed un certo intuito per le soluzioni organizzative, ha imparato durante il cammino.
Era il 2012 quando ho preso l’unica saggia decisione possibile: dare un taglio al caos della mia vita partendo dalla mia casa, sintomo visibile della mia fatica a chiudere alcune situazioni diventate troppo pesanti.
Ho eliminato il superfluo, ho conservato solo ciò che mi è utile e che mi piace davvero. Custodisco gelosamente i ricordi che mi fanno stare bene, mentre per gli altri è stato necessario (e quanto mai energizzante!) un cambio di paradigma: mi sono presa del tempo per una attenta valutazione, poi ho ringraziato per ciò che mi avevano insegnato e li ho lasciati andare.
Essere organizzati non significa vivere in un ordine noioso e fine a sé stesso o in una casa da rivista di arredamento, né può essere inteso come uno schema preconfezionato da vendere in serie. Al contrario, richiede di prendere consapevolezza di ciò che ognuno di noi vuole davvero. Di quante cose abbiamo bisogno senza che siano loro a possederci. Di quale routine giornaliera ci farà stare bene e di quali abitudini funzionali vorremmo acquisire.
Ho imparato sulla mia pelle che “less is more”. Quando togli tutto il superfluo e decidi di avere nella tua vita solo ciò che davvero ti dà gioia, lei ti ringrazia e ti offre straordinarie opportunità.
Se anche tu vuoi intraprendere questo viaggio verso una nuova armonia, puoi contattarmi per una consulenza cliccando qui; sarò felice di darti tutte le informazioni necessarie e sciogliere ogni tuo dubbio.
Vorrei lasciarti con l’invito a leggere il nostro Manifesto, sottoscriverlo e condividerlo per aiutarci a diffonderne i valori.
E poi dimmi: cosa significa “organizzare” per te? Quale valore aggiunto pensi possa portare nella tua vita? Qual è il beneficio principale che potresti trarne?