Non è sempre una cosa innata; qualcuno nasce con questa predisposizione, per altri è una cosa che s’impara: mettere cura in ciò che si fa.
A me nessuno l’ha esplicitamente insegnato, nessuno mi ha detto “siediti qui, che ti faccio vedere”. Ma è una di quelle cose che ti restano appiccicate addosso, è quel tipo di ricordo che torna dopo, negli anni, a illuminare un pezzettino della tua storia.
Mio papà, per esempio: ricordo che da piccola lo osservavo modellare sapientemente ogni dettaglio delle sue sculture, spesso figure femminili piene di grazia ed espressività. Ricordo la sua concentrazione nello scegliere i colori per il prossimo dipinto e l’attenzione nel mischiarli sulla tavolozza per ottenere l’esatta tonalità desiderata.
Ricordo le mani di mia nonna Ottilia, fatte di rughe e di dolcezza, mentre tagliano con precisione la pasta fatta in casa e srotolano piano le tagliatelle sull’asse di legno, in modo che prendano aria. Ricordo la sua enfasi mentre mi spiega che il ragù deve cuocere piano, per almeno due ore, e che non bisogna assolutamente mettergli fretta.
Ricordo il sorriso di mia nonna Elisa, mentre rammenda con calma i pantaloni del nonno e ricordo la sua accuratezza nel preparare la tavola per il pranzo.
Sono ricordi di una cura che dà pace, armonia.
Spesso sperimento questa stessa armonia mentre lavoro: ascoltando i bisogni dei miei clienti e immaginando soluzioni che si adattino alle loro richieste, quando lavoro dietro le quinte scrivendo un articolo per il blog o preparando un preventivo, o quando faccio una passeggiata per ricaricarmi e stimolare la creatività.
Non funziona sempre e non è sempre fattibile. A volte le circostanze costringono ad abbassare per un momento l’asticella, però la voglia di fare le cose per bene non manca mai e questa è già una spinta non indifferente. Una predisposizione che aumenta la percentuale di riuscita. Anche quando gli imprevisti sono dietro l’angolo o la stanchezza mi suggerisce di prendere la via più veloce e sbrigativa, sento dentro un bisogno primordiale di non accontentarmi.
A differenza del mio precedente lavoro da commerciale, dove tutto era un “per quando ti serve?” “per ieri!”, dove il capo era un capo ma non un leader (e c’è una differenza enorme!) e dove l’orologio era il nostro peggior nemico, ora la mia gestione del tempo è radicalmente cambiata.
È importante innanzi tutto ascoltarsi, prendere consapevolezza di sé, comprendere cosa funziona per noi e cosa no.
E’ così che ho imparato la pazienza e il rispetto dei tempi giusti, perché esattamente come un bravo contadino rispetta i tempi della natura, anche chi fa il mio mestiere non può avere troppa fretta: non si può mettere fretta alla creatività, perché l’idea giusta arriva quando anche il momento lo è; non si può mettere fretta a un cliente, perché sta prendendo decisioni importanti in un momento prezioso, dedicato a sé, alla sua casa, alla sua famiglia; non si può mettere fretta alle emozioni di chi sta affrontando un importante cambiamento.
Incontro spesso persone che come me credono fermamente nell’importanza del fare bene le cose, del metterci l’anima. Perché se è vero che la perfezione non esiste, è vero anche che c’è un livello sotto il quale non sei soddisfatta di ciò che stai facendo, non stai bene con te stessa e non sei disposta ad accettarlo.
Quindi cerco di organizzarmi al meglio per avere il tempo e le energie per fare le cose con estrema cura.
Essere organizzati significa proprio essere più sereni e riuscire a ricavare tempo per sé e per le cose a cui diamo valore. Sono quei piccoli momenti che diventano grandi dentro di noi, che acquistano significato perché sono nostri, ci donano tranquillità, ci fanno sentire in sintonia con noi stessi.
Rallentare il ritmo (che è cosa ben diversa dal perdere tempo), essere ben presenti a ciò che si fa, che sia lavoro, dipingere un quadro, chiacchierare con un’amica, preparare una torta o riordinare casa, dà un valore enorme a tutto quello che facciamo. Il tempo si dilata e ogni attimo è prezioso.
Non è pigrizia, è cura del momento presente. È cura di quello che stai facendo. È cura di cose, persone, relazioni. È cura di te.